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ABOCA E LA RICERCA DI NUOVE COLTIVAZIONI BIOLOGICHE

ABOCA E LA RICERCA DI NUOVE COLTIVAZIONI BIOLOGICHE

1-12-2015
Nel merito del dibattito sull’ipotesi espressa dal Presidente di Aboca S.p.A. Società Agricola, Valentino Mercati, di delocalizzare la produzione agricola dalla Valtiberina in altre parti d’Italia e del mondo va sottolineata la particolare posizione del Gruppo nel contesto mondiale. Aboca è infatti una grande azienda agricola che conta oltre 800 dipendenti e un fatturato previsto per il 2015 di circa 120 milioni di euro (180 milioni di euro previsti nel 2016) e che ottiene dall’agricoltura biologica  i complessi molecolari vegetali per il settore farmaceutico in cui opera attraverso processi di trasformazione ad elevata tecnologia. A supporto delle crescite previste il Gruppo prevede investimenti per adeguamenti produttivi per oltre 40 milioni di euro nei prossimi tre anni, tutti concentrati nello sviluppo del sito produttivo di Pistrino di Citerna in Valtiberina. Di pari passo si pone il problema di adeguare la produzione agricola per continuare a garantire la qualità delle materie prime e ciò comporta la necessità di poter pianificare l'espansione delle coltivazioni in aree di produzione agricola difese dall’inquinamento esterno sia dell’aria che delle acque e in zone dove il substrato dei suoli abbia un equilibrio di microflora e microfauna tali da assicurare il perfetto metabolismo delle sostanze vegetali in coltivazione. Queste particolari esigenze pedologiche possono essere soddisfatte solo se le singole unità di coltivazione si estendono per almeno 100 ettari al fine che possano essere difese da inquinanti esterni. La possibilità di ampliamento, nel territorio valtiberino, non è possibile date le limitate aree territoriali disponibili per l'agricoltura biologica. Nasce da qui l’intenzione di incrementare lo spostamento delle coltivazioni sia in Valdichiana sia in altre parti del mondo. La ricerca di questi nuovi terreni si sviluppa su due indirizzi. Da una parte riuscire a coltivare su grandi superfici con tecniche di agricoltura avanzata, dall’altra riuscire a utilizzare terreni non contaminati da OGM né da inquinanti chimici. Queste sono due esigenze contrapposte, ovvero trovare terreni non inquinati e disporre di manodopera specializzata di cui l’agricoltura biologica necessita, ed è proprio questo quello che Aboca sta cercando di fare. L’intento dell’azienda è infatti di eliminare l’impatto chimico nell’agricoltura italiana perché questa è la prima leva per il successo economico di questa attività nel mondo. Il successo internazionale che l’Italia sta avendo con le sue produzioni biologiche lo stanno dimostrando.


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