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Emorroidi: cause, sintomi e rimedi efficaci

Come trattare le emorroidi interne ed esterne per ritrovare il benessere intestinale

Emorroidi: conoscerle per trattarle

Le emorroidi sono un disturbo molto comune che può compromettere il benessere dell’apparato gastrointestinale. In base alla sintomatologia, esistono rimedi specifici per trattare le emorroidi e per ritrovare il proprio benessere corporeo. 

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Cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi sono cuscinetti di tessuto e vasi sanguigni presenti nel canale anale che partecipano al mantenimento della continenza e all’evacuazione. La loro presenza non viene avvertita quando sono in salute, ma quando si gonfiano per la dilatazione dei vasi sanguigni in essi contenuti possono creare condizioni di fastidio con dolore, bruciore, prurito o sanguinamento fino anche al prolasso. Può essere utile ricordare che il termine emorroidi viene utilizzato sia per definire le strutture vascolari che per indicare il disturbo, più correttamente denominato “patologia o malattia emorroidaria”.

Anche se è difficile determinare l’incidenza di questo disturbo gastrointestinale, si tratta di una condizione molto frequente che può influenzare notevolmente la vita della persona che ne soffre. A tal proposito, secondo quanto affermato dalla Società italiana unitaria di colonproctologia, in Italia attualmente le emorroidi interessano 3,7 milioni di persone. 

In base alla loro localizzazione, esistono due tipi di emorroidi:

  • emorroidi interne, che si formano sopra la giunzione anorettale (giunzione tra l’ano e il retto);
  • emorroidi esterne, che si formano nel rivestimento dell’ano e della parte inferiore del retto.

Una volta formatesi, le emorroidi interne e esterne possono prolassare e fuoriuscire dalla zona rettale, provocando dolore e sanguinamento. In questo caso la condizione caratterizzata da malfunzionamento intestinale è comunemente nota al grande pubblico come emorroidi prolassate. Vediamo come si classificano le emorroidi e come trattarle per raggiungere una condizione di benessere fisico.

Come vengono classificate le emorroidi interne?

In base al loro grado di prolasso, le emorroidi interne sono classificate seguendo la classificazione di Goligher, formulata intorno al 1980:

  • emorroidi di primo grado (grado I): fase iniziale in cui le emorroidi non prolassano neanche durante le spinte di defecazione. In questa fase le emorroidi possono provocare sanguinamento e, per questo, possono essere indicate come emorroidi sanguinanti;
  • emorroidi di secondo grado (grado II): in questa fase le emorroidi prolassano in presenza di uno sforzo e si rendono visibili, ma si riducono spontaneamente quando lo sforzo finisce; 
  • emorroidi di terzo grado (grado III): le emorroidi fuoriescono dall’ano al momento di uno sforzo e rimango fuori, richiedendo quindi il rientro manuale delle parti visibili. In questa fase, le emorroidi rimangono nel canale anale fino alla defecazione successiva; 
  • emorroidi di quarto grado (grado IV): le emorroidi prolassano, restano all’esterno del canale anale e non rientrano neanche con riposizionamento manuale. 

Si tratta della classificazione più utilizzata in ambito medico che aiuta i medici e i pazienti nell’individuazione del trattamento specifico per la corretta gestione del disturbo gastrointestinale.

Perché vengono le emorroidi?

Le emorroidi sono correlate a condizioni patologiche che determinano un aumento di pressione all’interno dei vasi del retto inferiore e dell’ano. Questa pressione può essere causata da fattori di varia natura che comprendono abitudini di vita scorrette e diete alimentari povere di alcuni nutrienti.

Nel dettaglio, tra le cause delle emorroidi interne ed esterne più comuni, troviamo:

  • sforzi ripetuti durante la defecazione;
  • restare seduti sul WC per lunghi periodi di tempo;
  • stitichezza cronica o diarrea;
  • dieta povera di fibre. Questa comporta un indurimento delle feci e, di conseguenza, un aumento dello sforzo durante la defecazione, durante il quale è possibile che le feci dure possano causare traumi locali dei tessuti e indurre sanguinamento;
  • così come per le fibre, anche una dieta povera di acqua può comportare feci dure e sanguinamento;
  • sollevamento frequente di pesi o di oggetti pesanti;
  • indebolimento dei tessuti di sostegno dell’ano e del retto. Questo fattore si riscontra maggiormente nell’invecchiamento e durante il periodo di gravidanza ed è dovuto al cedimento delle fibre del muscolo di Treitz (o muscolo sospensore del duodeno), che normalmente sostengono le emorroidi. Con l’avanzare dell’età, queste possono diminuire il loro sostegno, portando al prolasso alla manifestazione di sintomi correlati;
  • stazione eretta prolungata.

Inoltre, ci sono alcuni fattori di rischio che ostacolano il raggiungimento del benessere fisico e che contribuiscono ad aumentare la possibilità che le emorroidi si verifichino, come per esempio la conduzione di uno stile di vita sedentario e la condizione di obesità.

Sintomi delle emorroidi: quali sono?

Ci sono alcuni sintomi che segnalano la presenza delle emorroidi e che permettono di riconoscere questo disturbo con facilità. I sintomi possono variare in base alla gravità della patologia e possono andare da un lieve fastidio localizzato nella zona rettale, a un dolore lancinante con sanguinamento. 

Nello specifico, i sintomi si distinguono in base alla tipologia di emorroidi.

Sintomi delle emorroidi interne

Le emorroidi interne possono anche essere asintomatiche. Nel caso in cui presentino sintomi, quelli più comuni sono:

  • sensazione di prurito anale;
  • bruciore nella zona rettale;
  • dolore localizzato;
  • può succedere che le emorroidi interne infiammate non siano visibili e non provochino dolore ma che comportino sanguinamento durante la defecazione: questo tende a diventare più evidente alla fine di un movimento intestinale poiché le feci causano un trauma alle emorroidi congestionate;
  • secrezione di muco;
  • sensazione di pienezza abbinata al bisogno di defecare oppure sensazione di defecazione incompleta con emorroidi interne con prolasso interno.

Sintomi delle emorroidi esterne

I sintomi più comuni delle emorroidi esterne sono:

  • sensazione di prurito e bruciore nella zona rettale;
  • dolore localizzato;
  • sanguinamento rettale;
  • in caso di emorroide esterna trombizzata, si assiste alla formazione di un coagulo di sangue che può provocare gonfiore e dolore nella zona anale.

Come prevenire le emorroidi?

Quando i sintomi delle emorroidi sono particolarmente fastidiosi, è possibile ricorrere a rimedi che permettono di trattare in maniera efficace questo malessere intestinale. 

Inoltre, in questi casi può essere utile seguire alcune semplici abitudini alimentari per alleviare i sintomi delle emorroidi e recuperare il proprio equilibrio gastrointestinale.

Emorroidi: cibi da evitare 

Per preservare il benessere gastrointestinale si consiglia di evitare tutti i cibi processati e gli alimenti ricchi di grassi, zuccheri o carboidrati raffinati. Nel dettaglio, in presenza di emorroidi si consiglia di non consumare:

  • formaggi;
  • cibi fritti e salati;
  • snack confezionati;
  • carne rossa;
  • cibi piccanti;
  • caramelle, cioccolatini e gelato;
  • si consiglia di evitare anche bevande energetiche, bevande gassate, alcolici e consumo eccessivo di caffeina.
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Cosa mangiare in caso di emorroidi?

Come accennato, l’alimentazione e uno stile di vita sano sono elementi fondamentali e, se seguiti correttamente, possono aiutare a mantenere il benessere gastrointestinale. In particolare, in caso di emorroidi, ci sono alcune abitudini alimentari che possono contribuire ad alleviare i sintomi di questo disturbo, come:

  • aumentare l’apporto di fibre sia attraverso alimenti che integratori. Una dieta ricca di fibre è fondamentale per prevenire e limitare l’insorgenza del disturbo emorroidario. Questo nutriente si trova sia nella frutta che nella verdura e può essere assunto anche tramite la crusca. Infatti, secondo molti studi, l’integrazione di fibre può ridurre notevolmente il sanguinamento, come sintomo correlato alle emorroidi non prolassanti (affinché si manifesti un miglioramento significativo, potrebbero essere necessarie fino a sei settimane);
  • tra la frutta ricca di fibre si consiglia di consumare: prugne secche; mele; pere; kiwi;  frutti di bosco come lamponi, more e fragole. Oltre a queste, in caso di disturbo emorroidario si consiglia di privilegiare le bacche di ribes rosso e nero, perché ricche di nutrienti fondamentali per il buon funzionamento dell’intestino, tra cui Vitamina C, rutina e importanti minerali.
  • prediligere alimenti ricchi di ferro, come: fegato di bovino; carne di cavallo; cozze e molluschi; uova; spigola e branzino; legumi secchi; frutta secca in guscio. Questi cibi sono importanti soprattutto in caso di perdite di sangue dovute alle emorroidi, che potrebbero provocare una perdita consistente di ferro;
  • per condire le pietanze, sono ottimi: olio di oliva; olio di semi di lino e aceto di mele;
  • per quanto riguarda le spezie è bene prestare attenzione, poiché non tutte sono consigliate in caso di emorroidi. Sono consigliate lo zenzero, l’aglio e la cipolla perché contengono la fibrina, una proteina che aiuta a riparare traumi e lesioni a livello dei tessuti, degli organi e delle arterie. Mentre è bene evitare i cibi piccanti, contenenti pepe, peperoncino e curry. 
  • bere molta acqua durante il giorno, poiché l’assunzione costante di liquidi consente di ammorbidire le feci e renderle più facili da espellere. La quantità di acqua da bere varia a seconda dello stile di vita e dall’alimentazione della persona, tuttavia in generale si consiglia di bere almeno 2 litri di acqua al giorno.

Seguire una dieta sana a base di alimenti ricchi di fibre è fondamentale per prevenire disturbi gastrointestinali. Oltre ai cibi che abbiamo visto, anche l’attività fisica può facilitare la motilità intestinale e aiutare l’organismo a restare in salute. Quindi, per aiutare l’organismo e mantenere uno stato di benessere, è essenziale seguire abitudini alimentari corrette, abbinate a uno stile di vita attivo.

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Trattamento delle emorroidi

In alcuni casi, le emorroidi possono risolversi da sole e in breve tempo. Tuttavia, quando i sintomi persistono si consiglia di rivolgersi al proprio medico, il quale provvederà a individuare il trattamento più adatto alla patologia emorroidaria e alla situazione personale del paziente.  

Nella maggior parte dei casi,  il medico consiglia un trattamento conservativo, che si sostanzia in alcuni dei metodi che abbiamo già visto, come: modifica dello stile di vita, integrando abitudini alimentari sane (assunzione di cibi contenenti fibre e consumo di 2 litri di acqua ogni giorno) e, in alcuni casi, somministrazione proncipalmente per uso topico di  emollienti,  farmaci antinfiammatori e dispositivi medici anche con azione protettiva.
Se questa tipologia di trattamento non dovesse essere sufficiente, il medico può optare per approccio non operatorio, che comprende la scleroterapia (iniezione di un liquido in un vaso sanguigno) o la legatura con elastico (legare le emorroidi con l’elastico, bloccando l’apporto di sangue e provocando la loro scomparsa). Nei casi più gravi, il medico può consigliare l’intervento chirurgico di asportazione delle emorroidi (questo avviene solo in caso di insuccesso dei trattamenti precedenti).